intrattenimento Gli indifferenti di alberto moravia Rai 5
Gli indifferenti di alberto moravia
Scritto tra i diciassette e i ventidue anni, Gli indifferenti di Alberto Moravia viene stampato dall'editore Alpes nel maggio del 1929 a spese dell'autore (grazie a un prestito di cinquemila lire avuto dal padre). Moravia era appena uscito dal sanatorio di Codivilla (Cortina d'Ampezzo) dove era stato ricoverato per la tubercolosi ossea che gli aveva funestato la giovinezza. Già nell'ottobre 1929 c'è la prima ristampa: il suo successo è clamoroso. Lorenzo Pavolini racconta le reazioni della critica a Gli Indifferenti, il clamore suscitato dalla sua rappresentazione molto negativa della contemporaneità; il romanzo viene attaccato dal regime fascista e dalle gerarchie ecclesiastiche. Lorenzo Pavolini vive a Roma e collabora con Rai Radio 3 da oltre vent'anni. È vicedirettore di Nuovi Argomenti e fiancheggiatore teatrale. Ha pubblicato Senza rivoluzione (Giunti 1997), Essere pronto (peQuod 2005), Tre fratelli magri (Fandango 2012), il reportage radiofonico Si sente in fondo? Avventure dell'ascolto (Ediesse 2013), Accanto alla tigre (Marsilio 2019) e L'invenzione del vento (Marsilio 2019). Ha curato l'edizione completa delle Interviste impossibili (Donzelli 2006). Si ringrazia la Casa Museo Alberto Moravia per aver ospitato le riprese della puntata: http://www.casaalbertomoravia.it/
Canale
Rai 5
Giorno
domenica 02 ottobre 2022, 06:00
Durata
11'
Titolo originale
Gli indifferenti
Paese
Italia
Anno
1964
Regia
Francesco Maselli
Descrizione
Gli indifferenti è un film del 1964 diretto da Francesco Maselli, tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia.
Trama
In una piovosa Roma autunnale degli anni venti, attorno alla figura di Leo Merumeci, lucido e determinato uomo d'affari, tra difficoltà economiche, vuoti riti sociali, ipocrisie, noia e solitudine, si catalizza il disfacimento della prestigiosa famiglia borghese degli Ardengo.
Dopo avere per anni assecondato, quale suo amante, le illusioni vitalistiche dell'ormai spenta Maria Grazia, la madre rimasta vedova, e sostenuto con prestiti i barcollanti assetti economici della famiglia, Leo passa all'incasso.
È in possesso delle ipoteche sulla lussuosa residenza della stirpe e attraverso di esse vuole giungere sino a Carla, la giovane figlia. Non la ama, ma la sua bellezza gioverebbe alla sua immagine di uomo di successo e il nome degli Ardengo al suo prestigio sociale.
L'iniziale ripugnanza di Carla verso i corteggiamenti e i convegni clandestini con l'amante di sua madre, che, non senza cinismo si definisce «quasi suo padre», cederà di fronte alla prospettiva di una vita indigente, fuori dell'unico ambiente in cui si sente in grado di sopravvivere.
Venuto a conoscenza della relazione, il fratello Michele, in uno dei suoi impulsivi slanci romantici, dopo aver fallito un goffo tentativo di uccidere Leo, propone a Carla di lasciare insieme quel mondo vuoto e corrotto e costruirsi una vita altrove. Ma come lei si rassegnerà, cercando in una squallida relazione con Lisa, amica di sua madre e precedente amante di Leo, un riscatto alla sua stanca vita borghese.