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Qui rido io

Qui rido io
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Toni Servillo interpreta Eduardo Scarpetta nel biopic di Mario Martone premiato con 2 David di Donatello 2022. La storia dell'attore napoletano da cui sono nati i tre fratelli De Filippo (ITA 2021)

Canale

Sky Cinema 2

Giorno

venerdì 20 maggio 2022, 10:40

Durata

140'

Titolo originale

Qui rido io

Paese

Italia

Anno

2021

Regia

Mario Martone

Voto

7.3 / 10

Descrizione

Qui rido io è un film del 2021 diretto da Mario Martone.

Trama

Primi anni del XX secolo. Nella Napoli culturalmente vivace della Belle Époque, l'attore e commediografo Eduardo Scarpetta è al culmine del suo enorme successo a teatro: Felice Sciosciammocca, personaggio da lui creato, ha soppiantato Pulcinella come maschera tipica di Napoli, e le sue commedie riscuotono un successo senza pari. Eduardo si barcamena tra il palco e un complesso nucleo familiare fatto di mogli, amanti e figli legittimi e illegittimi: con la moglie Rosa De Filippo ha tre figli, Maria, Vincenzo e Domenico (riconosciuto da lui ma in realtà figlio del re Vittorio Emanuele II); con Luisa, nipote di Rosa, ha invece avuto Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, che vengono da lui mantenuti e lo trattano come uno zio, pur consapevoli che egli sia loro padre. Vincenzo, Eduardo e Titina sono avviati al teatro sin da giovanissimi, alternandosi nella parte di Peppeniello in Miseria e nobiltà; emerge in particolare il talento dei due ragazzi: Vincenzo, ormai giovane uomo, è stato designato dal padre come erede della compagnia e del personaggio di Felice Sciosciammocca, e avverte il peso di questo compito; Eduardo già da giovanissimo è un versato attore e commediografo, ma soffre per il mancato riconoscimento da parte di suo padre. Un giorno, a Roma, Scarpetta assiste a una rappresentazione de La figlia di Iorio, un dramma di Gabriele D'Annunzio, e decide di realizzarne una parodia in chiave comica. Nonostante il parere contrario di Rosa, Eduardo ne scrive il copione e poi si reca in Toscana per chiedere a D'Annunzio, allora ritenuto il poeta più importante di tutta Italia, il consenso alla messa in scena dello spettacolo. Il Vate sembra essere accondiscendente nei confronti di Scarpetta e si mostra molto divertito dalle sue trovate, ma di fatto concede solo un ambiguo assenso verbale. Scarpetta prosegue quindi nella realizzazione della parodia. Durante la prima, approfittando di una défaillance della prima attrice, un gruppo di intellettuali vicini a D'Annunzio (tra i quali Roberto Bracco e Ferdinando Russo) iniziano a protestare rumorosamente contro Scarpetta, colpevole di aver plagiato il dramma originale al solo scopo di gettare discredito sul Vate. Eduardo è costretto a interrompere la recita e mettere in scena un altro spettacolo. Poco tempo dopo questi avvenimenti la Società Italiana degli Autori ed Editori querela Eduardo Scarpetta per aver contraffatto La figlia di Iorio: ne nascerà un'annosa vicenda giudiziaria che avrà ripercussioni sulla vita artistica e personale del commediografo. Eduardo tenta in ogni modo di attirarsi le simpatie dei giovani intellettuali napoletani come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio ed Ernesto Murolo (quest'ultimo forse suo ennesimo figlio illegittimo), organizzando feste a Villa La Santarella, la sua ricca magione: questo però ha come solo risultato l'inasprimento delle antipatie nei suoi confronti da parte di costoro, che ritengono il teatro scarpettiano troppo popolare per essere annoverato tra le forme d'arte. L'unico a schierarsi dalla sua parte è Benedetto Croce, il quale gli presterà aiuto nell'iter processuale. Nel frattempo nuove difficoltà affliggono la famiglia di Eduardo: Peppino, messo a balia in campagna, viene richiamato a vivere con la madre e i fratelli, ma trova numerose difficoltà nell'integrarsi e soprattutto a confrontarsi con la forte personalità dello zio/padre; Luisa intanto rimane nuovamente incinta, ma la bambina nasce morta. Intanto a Napoli, con l'apertura del Salone Margherita e l'avvento del cinematografo, la commedia viene sempre più messa da parte: Eduardo deve quindi sopportare il tradimento di Gennaro Pantalena, suo storico amico e collega, che lascia la sua compagnia per recitare nel dramma Assunta Spina di Salvatore di Giacomo. Anche suo figlio Vincenzo vorrebbe affrancarsi da lui per fare cinema, e tra i due nasce un forte conflitto. Arriva il giorno dell'udienza. Durante l'interrogatorio, Eduardo si esibisce in un vero e proprio spettacolo comico durante il quale, con toni ironici e brillante gestualità, rivendica il proprio diritto alla satira e mette in ridicolo D'Annunzio e i suoi accusatori, difendendo vigorosamente la propria arte. Così facendo riesce ad accattivarsi le simpatie del pubblico e della giuria, che infine lo assolverà da tutte le accuse. La vittoria in tribunale, tuttavia, non sarà sufficiente a rasserenare l'attore: pochi mesi dopo Eduardo Scarpetta si ritirerà dalle scene, lasciando a Vincenzo la guida della compagnia. I fratelli De Filippo diventeranno invece i più importanti attori napoletani del XX secolo, ed Eduardo in particolare diverrà uno dei più influenti commediografi del mondo.
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